La personalità dell'orafo
a cura di Mario Portalupi
Oltre che pittore, Carlo Tagliabue è orafo. Fa dell'alta
oreficeria,quella dove non possono non annidarsi il disegno davanti a
tutto, il tocco creativo e dunque la fantasia, il rispetto delle
esigenze - d'accordo su scala ridotta della scultura.
Che questa fosse intimamente legata all?arte orafa, contrariamente a
quanto s'è forse portati a credere, non ne è probante esempio l'antico
caso di Benvenuto Cellini: uomo irrequieto, impetuoso, rissoso, quello
dei felici anacoluti che letterariamente intrecciano le pagine della
sua VITA.
Legata lo è anche a casi moderni. Si potrebbe parlare, a questo
proposito, tanto il passo è breve, di orafi contemporanei passati alla
scultura, ampliando ai volumi necessari l'oreficeria che già usciva
dalla loro bottega: e si badi che sono "casi" di artisti oggi assai
noti e peraltro nominabilissimi.
Scultura in piccole superfici e volumi, ma talvolta non tanto di minute
proporzioni, è quella a cui, da orafo, mette mano e mente e inventiva e
gusto il nostro Carlo Tagliabue. A parte le sue pur interessanti
modellazioni su cera, i ceselli, le incisioni ornative e determinanti
dell'artisticità dell'oggetto, cose che del resto sono momenti e
tecniche di questa arte nobilitatrice dei metalli nobili, c'e da tener
conto anche dei pregi finissimi degli oggetti creati dal Nostro e qui
denotati dalla eccitante Foglia
con cavalletta: pregi insiti nell'ottenimento non meno che
virtuoso delle minuzie formali di questo insetto, pregi rivelatori
dell'indubbia raffinatezza di mestiere.
E in tali opere e in altre dichiaratamente artistico-orafe, in ciò
ravvisabili per la triplice unione della forma autonoma quanto a idea,
per la misura entro cui viene data anima al metallo, per la nota
aristocraticamente aggiuntiva in luce e colore delle pietre preziose
scelte, nelle quali opere l'estro artistico non solo progettuale ma
altresì lavorativo e direi tattile di Carlo Tagliabue si distingue.
E tale distinzione è sinonimo di stile, che corrisponde poi alla
personalità di chi lo pone, come il Tagliabue, tanto stimabilmente in
atto.